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L’origine di Red Dead non è Rockstar ma il Giappone: ecco la storia di come i creatori di GTA hanno fatto milioni con questo western – Red Dead Redemption

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Quando pensiamo alla saga di Red Dead, il primo pensiero che ci viene in mente di queste opere straordinarie di Rockstar Games sono i paesaggi mozzafiato, i personaggi memorabili e una delle esperienze più iconiche nel mondo dei videogiochi: Red Dead Redemption e il suo seguito acclamato Red Dead Redemption II. Tuttavia, ciò che non consideriamo spesso è che questa saga, che ha definito il genere dei giochi open world a tema western, non trova le sue origini esclusivamente nelle mani di Rockstar, ma in un progetto cancellato di Capcom.

Il fratello dimenticato di Resident Evil e Street Fighter

Questo curioso inizio è stato raccontato in un affascinante articolo di Polygon, che ci riporta alla fine degli anni ’90, quando Capcom affidò ad Angel Studios (oggi conosciuto come Rockstar San Diego) la creazione di un gioco a tema western. Sebbene il suo nome non fosse ufficiale, il progetto si chiamava S.W.A.T. (Spaghetti Western Action Team). Ispirato dai classici film di cowboy, il gioco subì diversi cambiamenti di rotta e alla fine venne abbandonato da Capcom durante lo sviluppo. Il gioco, che inizialmente presentava una bizzarra combinazione di soldati confederati, nativi americani, giocatori d’azzardo e samurai, fallì nella sua esecuzione, e Capcom decise di interrompere ulteriori investimenti.

Red Dead Capcom Origen 1

Red Dead Revolver

Come nelle migliori storie di Hollywood, un’idea geniale non muore mai del tutto. Dopo l’acquisto di Angel Studios da parte di Rockstar e la sua trasformazione in Rockstar San Diego, i fratelli Sam e Dan Houser videro in quel progetto abortito un’opportunità d’oro. Nel 2004, dopo alcune modifiche e revisioni creative, il gioco divenne Red Dead Revolver. Così, da un’idea scartata, nacque il primo capitolo della saga Red Dead, che gettò le basi per ciò che sarebbe seguito, ma con una prospettiva completamente diversa da quella odierna.

Red Dead Capcom Swat

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Immagine del progetto SWAT in Capcom (via Polygon)

La saga Red Dead: un viaggio dal deserto

Il fascino della nascita di Red Dead Revolver si trova nel fatto che, invece di seguire le orme di altri titoli Rockstar come Grand Theft Auto, si ispirava ai classici western, presentando personaggi più caricaturali e situazioni meno realistiche. L’estetica di Red Dead Revolver somigliava più a una parodia dei western di Sergio Leone che a una rappresentazione autentica del genere. Pig Josh, un personaggio che sembrava uscito da un cartone animato, e la violenza stilizzata con getti di sangue alla Quentin Tarantino, segnavano una netta differenza con i capitoli successivi della saga. Sebbene il tono del gioco si discostasse dalla crudezza di Red Dead Redemption e Red Dead Redemption II, questo stile più leggero e scherzoso permise a Rockstar di gettare le fondamenta per una saga che avrebbe fatto la storia, sebbene non subito.

Red Dead Capcom 3

Immagine del progetto SWAT in Capcom (via Polygon)

Red Dead Revolver: dalle ceneri del fallimento

Red Dead Revolver non ebbe successo commerciale. Tuttavia, gettò le basi per il successo delle sue sequenze, adottando la formula vincente che ha fatto della serie GTA un’icona del settore. Red Dead Revolver introdusse un sistema di tiro da copertura innovativo per l’epoca. Fu il primo titolo Rockstar a implementare questa meccanica, perfezionata successivamente in giochi come Grand Theft Auto IV e Max Payne 2, influenzando l’intera industria. Red Dead Revolver introdusse anche la famosa meccanica Deadeye, un sistema di rallentamento del tempo che divenne un marchio distintivo della saga.

Red Dead Capcom 5

Red Dead Redemption 2

L’evoluzione verso il realismo e la profondità

La decisione di Rockstar di continuare a puntare sulla saga si rivelò vincente. Esisteva una base solida e l’ambientazione narrativa risultava affascinante. Tuttavia, necessitava un tocco del fascino di Rockstar. Dopo il lancio di Red Dead Revolver, la serie intraprese una svolta verso il realismo e la profondità narrativa, evolvendosi verso ciò che oggi conosciamo come Red Dead Redemption e il suo seguito. Quando Ferdinand August Bebel rifletté sul detto “la spazzatura di un uomo è il tesoro di un altro,” probabilmente non pensava a questo, ma a Capcom ci sarà più di qualcuno che ancora ci pensa. Il successo di Red Dead Redemption e Red Dead Redemption II fu il risultato di una lunga evoluzione iniziata con S.W.A.T. nei corridoi di Capcom. L’influenza dello studio giapponese nella storia dei videogiochi è innegabile, anche se la storia della saga Red Dead come la conosciamo oggi appartiene a Rockstar.

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